Noi, gruppo di ciclisti spacca ossa, dove tutto quello che conta è sudare in sella al ferro. Noi che facciamo pochi allenamenti mirati, e molto ciclismo-ignoranza. Noi che la bella vita in bici non la conosciamo. Noi che vogliamo vedere sempre il sudore scendere copioso dalla fronte. Noi che siamo sempre a manetta, non importa che sia caldo o freddo, l’importante è tenere alta la media. Noi che non molliamo mai la ruota, non chiediamo mai di rallentare, non chiediamo mai un cambio. Noi che il motto è dire sempre “aumenta di cinque” anche se il cardio segna 190. Noi che quello che conta è mettere sempre la ruota davanti, anche per entrare nel garage di casa. Noi che sono fondamentali tre cose: menare, menare, menare.Noi che il nostro divertimento si chiama “fuorisoglia”. Noi che se cadiamo, l’importante è che non si rompa la bici, le ossa si aggiustano. Noi che siamo fedeli alle ripetute. Le facciamo fatte bene, da seduti, e sempre con la birra in mano. Noi che non facciamo mai vedere al compagno di merende la smorfia della sofferenza. Sorriso stampato in volto, dall’inizio alla fine. Noi che il vento contrario ci fa star bene. Anzi, vogliamo sempre metterci davanti a tirare. Noi che per reintegrarci, ingurgitiamo qualsiasi liquido, basta che sia alcolico. Noi che vogliamo sempre correre veloci, e sentire il vento che ci frusta le orecchie.   Noi che non importa che giunti a casa non riusciamo nemmeno a fare le scale, quello che conta è sentire l’acido lattico bello fiammante, come un massaggio alla canfora. Noi che è fatto obbligo provare la sgasata, anche se sei in condizioni pietose. Noi che non corriamo per vincere, ma per far spazio nello stomaco. Noi che davanti si suda, dietro si urla, ma a fine giro bisogna proporre sempre la Rosina. E’ un atto dovuto! Noi che siamo rispettosi del semaforo rosso, degli incroci, degli stop, delle auto e dei sensi unici. Noi che mentiamo sempre, soprattutto sul nostro stato di forma. Noi che non vediamo l’ora di raccontare i nostri giri. Noi che se ci stacchiamo, diciamo che abbiamo la giornata storta. Noi che abbiamo fatto tutte le salite. Noi che ci compriamo ciclocomputer da cento funzioni, ma ce ne basterebbero solo cinque. Noi che la bici la vogliamo come quella dei prof. Noi che cerchiamo sempre un compagno per allenarci, ma poi cerchiamo sempre di staccarlo. Noi che diciamo in giro, che le nostre bici costano un botto, ma poi a casa diciamo che costano una miseria. Noi che andiamo forte, “ma oggi non ho voglia”. Noi che quando superiamo qualcuno in salita, salutiamo senza far notare che ci siamo cotti per prenderlo. Noi che facciamo ogni anno la prova sforzo, facendo vedere al cardiologo che la fatica ci ha chiesto il divorzio. Noi che vogliamo dimagrire, ma non facciamo mai la dieta. Noi che “una volta andavo forte”. Noi che ci alleniamo con i tubolari, e i prof con i copertoncini. Noi che le selle non devono essere comode, ma belle. Noi che usiamo le leve alte, ma il manubrio basso. Noi che sappiamo i tempi degli altri, ma non sappiamo i nostri.   Noi che facciamo più chilometri in bici che con la macchina. Noi che siamo maschi, ma abbiamo le gambe rasate più delle donne. Noi che se passano troppi giorni senza allenarci, diventiamo cattivi bestia. Noi che in vetta alla salita, diciamo che non abbiamo fatto nemmeno fatica. Noi che per rilassarci, dobbiamo fare almeno cento chilometri. Noi che vogliamo sempre fare il tempo. Noi che andiamo in bici da una vita, ma non abbiamo ancora capito come ci si allena. Noi che ci vestiamo di nero, che fa paura. Noi che quando troviamo un altro gruppo, dobbiamo superarlo. Noi che non ci alleniamo mai, ma alla domenica facciamo cattivo. Noi che se stiamo facendo fatica, controlliamo se i freni toccano. Noi che abbiamo l’abbronzatura da muratore. Noi che prima di partire diciamo che facciamo un giretto corto, e poi stiamo fuori tre ore. Noi che per essere vero Fighters, dobbiamo superare la “prova”. Noi che mettiamo sempre il casco. Noi che non capiamo una mazza, ma diciamo di sapere tutto. Noi che l’importante è questo, e il resto è noia. Noi che siamo il peggior gruppo di amici ciclisti che possiamo aver mai desiderato di essere, e ne siamo orgogliosi!
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Noi, gruppo di ciclisti spacca ossa, dove tutto quello che conta è sudare in sella al ferro. Noi che facciamo pochi allenamenti mirati, e molto ciclismo-ignoranza. Noi che la bella vita in bici non la conosciamo. Noi che vogliamo vedere sempre il sudore scendere copioso dalla fronte. Noi che siamo sempre a manetta, non importa che sia caldo o freddo, l’importante è tenere alta la media. Noi che non molliamo mai la ruota, non chiediamo mai di rallentare, non chiediamo mai un cambio. Noi che il motto è dire sempre “aumenta di cinque” anche se il cardio segna 190. Noi che quello che conta è mettere sempre la ruota davanti, anche per entrare nel garage di casa. Noi che sono fondamentali tre cose: menare, menare, menare. Noi che il nostro divertimento si chiama “fuorisoglia”. Noi che se cadiamo, l’importante è che non si rompa la bici, le ossa si aggiustano. Noi che siamo fedeli alle ripetute. Le facciamo fatte bene, da seduti, e sempre con la birra in mano. Noi che non facciamo mai vedere al compagno di merende la smorfia della sofferenza. Sorriso stampato in volto, dall’inizio alla fine. Noi che il vento contrario ci fa star bene. Anzi, vogliamo sempre metterci davanti a tirare. Noi che per reintegrarci, ingurgitiamo qualsiasi liquido, basta che sia alcolico. Noi che vogliamo sempre correre veloci, e sentire il vento che ci frusta le orecchie. Noi che non importa che giunti a casa non riusciamo nemmeno a fare le scale, quello che conta è sentire l’acido lattico bello fiammante, come un massaggio alla canfora. Noi che è fatto obbligo provare la sgasata, anche se sei in condizioni pietose. Noi che non corriamo per vincere, ma per far spazio nello stomaco. Noi che davanti si suda, dietro si urla, ma a fine giro bisogna proporre sempre la Rosina. E’ un atto dovuto! Noi che siamo rispettosi del semaforo rosso, degli incroci, degli stop, delle auto e dei sensi unici. Noi che mentiamo sempre, soprattutto sul nostro stato di forma. Noi che non vediamo l’ora di raccontare i nostri giri. Noi che se ci stacchiamo, diciamo che abbiamo la giornata storta. Noi che abbiamo fatto tutte le salite. Noi che ci compriamo ciclocomputer da cento funzioni, ma ce ne basterebbero solo cinque. Noi che la bici la vogliamo come quella dei prof. Noi che cerchiamo sempre un compagno per allenarci, ma poi cerchiamo sempre di staccarlo. Noi che diciamo in giro, che le nostre bici costano un botto, ma poi a casa diciamo che costano una miseria. Noi che andiamo forte, “ma oggi non ho voglia”. Noi che quando superiamo qualcuno in salita, salutiamo senza far notare che ci siamo cotti per prenderlo. Noi che facciamo ogni anno la prova sforzo, facendo vedere al cardiologo che la fatica ci ha chiesto il divorzio. Noi che vogliamo dimagrire, ma non facciamo mai la dieta. Noi che “una volta andavo forte”. Noi che ci alleniamo con i tubolari, e i prof con i copertoncini. Noi che le selle non devono essere comode, ma belle. Noi che usiamo le leve alte, ma il manubrio basso. Noi che sappiamo i tempi degli altri, ma non sappiamo i nostri. Noi che facciamo più chilometri in bici che con la macchina. Noi che siamo maschi, ma abbiamo le gambe rasate più delle donne. Noi che se passano troppi giorni senza allenarci, diventiamo cattivi bestia. Noi che in vetta alla salita, diciamo che non abbiamo fatto nemmeno fatica. Noi che per rilassarci, dobbiamo fare almeno cento chilometri. Noi che vogliamo sempre fare il tempo. Noi che andiamo in bici da una vita, ma non abbiamo ancora capito come ci si allena. Noi che ci vestiamo di nero, che fa paura. Noi che quando troviamo un altro gruppo, dobbiamo superarlo. Noi che non ci alleniamo mai, ma alla domenica facciamo cattivo. Noi che se stiamo facendo fatica, controlliamo se i freni toccano. Noi che abbiamo l’abbronzatura da muratore. Noi che prima di partire diciamo che facciamo un giretto corto, e poi stiamo fuori tre ore. Noi che per essere vero Fighters, dobbiamo superare la “prova”. Noi che mettiamo sempre il casco. Noi che non capiamo una mazza, ma diciamo di sapere tutto. Noi che l’importante è questo, e il  resto è noia. Noi che siamo il peggior gruppo di amici ciclisti che possiamo aver mai desiderato di essere, e ne siamo orgogliosi!
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