Immersa quasi costantemente nel verde dei boschi, prima di faggio e poi di pino. E’ la classica strada da pick-nic, dove portare la famiglia una domenica d’estate. Ma anche questa salita non  scherza, sebbene sia tra le più facili di tutti i versanti della zona del Monte tomba. Viene denominata da molti come la salita del Monfenera proprio perchè sale lungo questa via, dove è molto elevata la presenza del castagno tipico della zona. Salendo proprio nel periodo della maturazione, possiamo trovare la strada invasa dal tipico “Marrone del Monfenera”. Lasciamo via Roma per prendere via Monfenera, siamo a circa 220mt sul livello del mare. La strada sale subito ripida, ed i tornanti si susseguono sopratutto nel primo tratto. Sei tornanti quasi tutti in sucessione con delle buone pendenze che si aggirano tra l’8% e l’11%, con punte del 12%. Alcuni tratti più leggeri, ci lasciano la gamba girare più agilmente, aiutandoci a sentire il profumo del bosco, mentre un adeguata ombra ci ripara dal calore del sole. Quasi in prossimità del monte ci attendono alcuni ripidi strappi. Non sono molto lunghi, ma la pendenza ci costringe alla massima concentrazione per riuscire a superarli indenni senza mettere il piede a terra. Arriviamo finalmente in vetta al Monte Tomba e proseguiamo dritti per la strada che porta in Grappa. Dopo vari saliscendi e alcuni ripidi tornanti, possiamo notare sulla sinistra la strada che sale da “via degli Alpini”. Ancora ripidi tornanti e ancora la strada che sale e da li a poco raggiungiamo lo scollinamento del “salto della Capra”. si scende rapidamente per circa 2,7 km, aggirando il Monte Meate, fin sul fondo della val delle Mure. Siamo immersi nel tipico ambiente dei pascoli del Grappa e la strada costeggia in piano un laghetto, consentendo di gustare con calma l'aria frizzante ed il paesaggio. Poi si riprende a risalire la Val delle Mure, non decisamente, ma a strappi intervallati da brevi falsopiani fino alla bella apertura del Pian della Bala. Proseguendo, la strada continua a salire, più dolcemente, attraversando con ardite gallerie di guerra la parte strapiombante del Bocaor. La strada esce nuovamente sui pascoli della malga Ardosa ed Ardosetta, ormai in vista del rifugio Bassano che si scorge in alto a destra. Ma bisogna ancora allontanarsene, verso sud, per andare a innestarsi, dopo 1,5 km, sulla strada Giardino che sale da Campo Croce. Da qui altri due km con strappi che variano dall'11 al 14% fino all'innesto con la Cadorna. Ormai stiamo affiancando a sinistra la zona del Sacrario, costruito nel 1935 su progetto dell'architetto Giovanni Greppi e dello scultore Giannino Castiglioni. Ma sta troppo in alto e non lo vediamo. Possiamo vedere invece il monumento ai partigiani, una statua in bronzo costruita nel 1974 da Augusto Murer. Anche il Rifugio del Monte Grappa è li davanti a noi, bello e imponente che sembra scrutare tutta la zona sottostante. Ma prima di arrivare al rifugio, sulla sinistra si fa notare la caserma Milano, costruita durante la guerra per alloggiarvi il personale addetto ai lavori stradali e di fortificazione del Grappa. Sembra nascondersi nella roccia, ma la sua presenza sembra valorizzare ancora di più questo luogo. Finalmente abbiamo conquistato questa stupenda vetta, e se il tempo ce lo concede, la vista è a dir poco sublime. Sembra quasi di essere in capo al mondo, e la pianura sembra perdersi all’orizzonte. E’ un emozione unica che lascia il segno. In collaborazione con MGC
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Immersa quasi costantemente nel verde dei boschi, prima di Faggio, e poi di Pino.
E’ la classica strada da pick-nic, dove portare la famiglia una domenica d’estate. Ma anche questa salita non  scherza, sebbene sia tra le più facili di tutti i versanti della zona del Monte tomba. Viene denominata da molti come la salita del Monfenera proprio perchè sale lungo questa via, dove è molto elevata la presenza del castagno tipico della zona. Salendo proprio nel periodo della maturazione, possiamo trovare la strada invasa dal tipico “Marrone del Monfenera”. Lasciamo via Roma per prendere via Monfenera, siamo a circa 220mt sul livello del mare. La strada sale subito ripida, ed i tornanti si susseguono sopratutto nel primo tratto. Sei tornanti quasi tutti in sucessione con delle buone pendenze che si aggirano tra l’8% e l’11%, con punte del 12%. Alcuni tratti più leggeri, ci lasciano la gamba girare più agilmente, aiutandoci a sentire il profumo del bosco, mentre un adeguata ombra ci ripara dal calore del sole. Quasi in prossimità del monte ci attendono alcuni ripidi strappi. Non sono molto lunghi, ma la pendenza ci costringe alla massima concentrazione per riuscire a superarli indenni senza mettere il piede a terra. Arriviamo finalmente in vetta al Monte Tomba e proseguiamo dritti per la strada che porta in Grappa. Dopo vari saliscendi e alcuni ripidi tornanti, possiamo notare sulla sinistra la strada che sale da “via degli Alpini”. Ancora ripidi tornanti e ancora la strada che sale e da li a poco raggiungiamo lo scollinamento del “salto della Capra”. si scende rapidamente per circa 2,7 km, aggirando il Monte Meate, fin sul fondo della val delle Mure. Siamo immersi nel tipico ambiente dei pascoli del Grappa e la strada costeggia in piano un laghetto, consentendo di gustare con calma l'aria frizzante ed il paesaggio. Poi si riprende a risalire la Val delle Mure, non decisamente, ma a strappi intervallati da brevi falsopiani fino alla bella apertura del Pian della Bala. Proseguendo, la strada continua a salire, più dolcemente, attraversando con ardite gallerie di guerra la parte strapiombante del Bocaor. La strada esce nuovamente sui pascoli della malga Ardosa ed Ardosetta, ormai in vista del rifugio Bassano che si scorge in alto a destra. Ma bisogna ancora allontanarsene, verso sud, per andare a innestarsi, dopo 1,5 km, sulla strada Giardino che sale da Campo Croce. Da qui altri due km con strappi che variano dall'11 al 14% fino all'innesto con la Cadorna. Ormai stiamo affiancando a sinistra la zona del Sacrario, costruito nel 1935 su progetto dell'architetto Giovanni Greppi e dello scultore Giannino Castiglioni. Ma sta troppo in alto e non lo vediamo. Possiamo vedere invece il monumento ai partigiani, una statua in bronzo costruita nel 1974 da Augusto Murer. Anche il Rifugio del Monte Grappa è li davanti a noi, bello e imponente che sembra scrutare tutta la zona sottostante. Ma prima di arrivare al rifugio, sulla sinistra si fa notare la caserma Milano, costruita durante la guerra per alloggiarvi il personale addetto ai lavori stradali e di fortificazione del Grappa. Sembra nascondersi nella roccia, ma la sua presenza sembra valorizzare ancora di più questo luogo. Finalmente abbiamo conquistato questa stupenda vetta, e se il tempo ce lo concede, la vista è a dir poco sublime. Sembra quasi di essere in capo al mondo, e la pianura sembra perdersi all’orizzonte. E’ un emozione unica che lascia il segno. In collaborazione con MGC
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E’ la classica strada da pick-nic, dove portare la famiglia una domenica d’estate. Ma anche questa salita non  scherza, sebbene sia tra le più facili di tutti i versanti della zona del Monte tomba. Viene denominata da molti come la salita del Monfenera proprio perchè sale lungo questa via, dove è molto elevata la presenza del castagno tipico della zona. Salendo proprio nel periodo della maturazione, possiamo trovare la strada invasa dal tipico “Marrone del Monfenera”. Lasciamo via Roma per prendere via Monfenera, siamo a circa 220mt sul livello del mare. La strada sale subito ripida, ed i tornanti si susseguono sopratutto nel primo tratto. Sei tornanti quasi tutti in sucessione con delle buone pendenze che si aggirano tra l’8% e l’11%, con punte del 12%. Alcuni tratti più leggeri, ci lasciano la gamba girare più agilmente, aiutandoci a sentire il profumo del bosco, mentre un adeguata ombra ci ripara dal calore del sole. Quasi in prossimità del monte ci attendono alcuni ripidi strappi. Non sono molto lunghi, ma la pendenza ci costringe alla massima concentrazione per riuscire a superarli indenni senza mettere il piede a terra. Arriviamo finalmente in vetta al Monte Tomba e proseguiamo dritti per la strada che porta in Grappa. Dopo vari saliscendi e alcuni ripidi tornanti, possiamo notare sulla sinistra la strada che sale da “via degli Alpini”. Ancora ripidi tornanti e ancora la strada che sale e da li a poco raggiungiamo lo scollinamento del “salto della Capra”. si scende rapidamente per circa 2,7 km, aggirando il Monte Meate, fin sul fondo della val delle Mure. Siamo immersi nel tipico ambiente dei pascoli del Grappa e la strada costeggia in piano un laghetto, consentendo di gustare con calma l'aria frizzante ed il paesaggio. Poi si riprende a risalire la Val delle Mure, non decisamente, ma a strappi intervallati da brevi falsopiani fino alla bella apertura del Pian della Bala. Proseguendo, la strada continua a salire, più dolcemente, attraversando con ardite gallerie di guerra la parte strapiombante del Bocaor. La strada esce nuovamente sui pascoli della malga Ardosa ed Ardosetta, ormai in vista del rifugio Bassano che si scorge in alto a destra. Ma bisogna ancora allontanarsene, verso sud, per andare a innestarsi, dopo 1,5 km, sulla strada Giardino che sale da Campo Croce. Da qui altri due km con strappi che variano dall'11 al 14% fino all'innesto con la Cadorna. Ormai stiamo affiancando a sinistra la zona del Sacrario, costruito nel 1935 su progetto dell'architetto Giovanni Greppi e dello scultore Giannino Castiglioni. Ma sta troppo in alto e non lo vediamo. Possiamo vedere invece il monumento ai partigiani, una statua in bronzo costruita nel 1974 da Augusto Murer. Anche il Rifugio del Monte Grappa è li davanti a noi, bello e imponente che sembra scrutare tutta la zona sottostante. Ma prima di arrivare al rifugio, sulla sinistra si fa notare la caserma Milano, costruita durante la guerra per alloggiarvi il personale addetto ai lavori stradali e di fortificazione del Grappa. Sembra nascondersi nella roccia, ma la sua presenza sembra valorizzare ancora di più questo luogo. Finalmente abbiamo conquistato questa stupenda vetta, e se il tempo ce lo concede, la vista è a dir poco sublime. Sembra quasi di essere in capo al mondo, e la pianura sembra perdersi all’orizzonte. E’ un emozione unica che lascia il segno. In collaborazione con MGC
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