Già il nome è un manifesto: ricordi d’imprese epiche, di fatiche e sudore. Strada militare strategica durante la Grande Guerra. Tratti duri anche per i ciclisti, prima di località “Archeson”. Abbandoniamo via Molinetto (siamo a 270mt sul livello del mare) per seguire località Cei, contrada Vardanega per raggiungere la Strada degli Alpini. Il primo tratto è agevole, tra le ultime borgate della strada che portava in Grappa gli Alpini. Lasciato l’abitato, le pendenze sono sempre più impegnative ed i tratti duri sono alternati da altri più abbordabili. Probabilmente le pendenze più impegnative sono proprio in questo versante denominato da molti come la “via degli Alpini”. Continui sali scendi con pendenze nei primi nove chilometri che superano il 10%, fino ad arrivare alla punta massima del 27%. Anche se le pendenze sono molto dure, di certo non mancano alcuni facili tratti, dove si riesce a tirare il fiato e a recuperare qualche energia. Al nono chilometro ci si immette sulla strada che arriva dal Monte Tomba, e svoltando a sinistra di li a poco si raggiunge lo scollinamento del “salto della capra”. si scende rapidamente per circa 2,7 km, aggirando il Monte Meate, fin sul fondo della val delle Mure.Siamo immersi nel tipico ambiente dei pascoli del Grappa e la strada costeggia in piano un laghetto, consentendo di gustare con calma l'aria frizzante ed il paesaggio. Poi si riprende a risalire la Val delle Mure, non decisamente, ma a strappi intervallati da brevi falsopiani fino alla bella apertura del Pian della Bala. Proseguendo la strada continua a salire, più dolcemente, attraversando con ardite gallerie di guerra la parte strapiombante del Bocaor. La strada esce nuovamente sui pascoli della malga Ardosa ed Ardosetta, ormai in vista del rifugio Bassano che si scorge in alto a destra. Ma bisogna ancora allontanarsene, verso sud, per andare a innestarsi, dopo 1,5 km, sulla strada Giardino che sale da Campo Croce. Da qui altri due km con strappi che variano dall'11 al 14% fino all'innesto con la Cadorna. Ormai stiamo affiancando a sinistra la zona del Sacrario, costruito nel 1935 su progetto dell'architetto Giovanni Greppi e dello scultore Giannino Castiglioni. Ma sta troppo in alto e non lo vediamo. Possiamo vedere invece il monumento ai partigiani, una statua in bronzo costruita nel 1974 da Augusto Murer. Anche il Rifugio del Monte Grappa è li davanti a noi, bello e imponente che sembra scrutare tutta la zona sottostante. Ma prima di arrivare al rifugio, sulla sinistra si fa notare la caserma Milano, costruita durante la guerra per alloggiarvi il personale addetto ai lavori stradali e di fortificazione del Grappa. Sembra nascondersi nella roccia, ma la sua presenza sembra valorizzare ancora di più questo luogo. Finalmente abbiamo conquistato questa stupenda vetta, e se il tempo ce lo concede, la vista è a dir poco sublime. Sembra quasi di essere in capo al mondo, e la pianura sembra perdersi all’orizzonte. E’ un emozione unica che lascia il segno.In collaborazione con MGC
Già il nome è un manifesto: ricordi di imprese epiche, di fatiche e sudore.
Strada militare strategica durante la Grande Guerra. Tratti duri anche per i ciclisti, prima di località “Archeson”. Abbandoniamo via Molinetto (siamo a 270mt sul livello del mare) per seguire località Cei, contrada Vardanega per raggiungere la Strada degli Alpini. Il primo tratto è agevole, tra le ultime borgate della strada che portava in Grappa gli Alpini. Lasciato l’abitato, le pendenze sono sempre più impegnative ed i tratti duri sono alternati da altri più abbordabili. Probabilmente le pendenze più impegnative sono proprio in questo versante denominato da molti come la “via degli Alpini”. Continui sali scendi con pendenze nei primi nove chilometri che superano il 10%, fino ad arrivare alla punta massima del 27%. Anche se le pendenze sono molto dure, di certo non mancano alcuni facili tratti, dove si riesce a tirare il fiato e a recuperare qualche energia. Al nono chilometro ci si immette sulla strada che arriva dal Monte Tomba, e svoltando a sinistra di li a poco si raggiunge lo scollinamento del “salto della capra”. si scende rapidamente per circa 2,7 km, aggirando il Monte Meate, fin sul fondo della val delle Mure.Siamo immersi nel tipico ambiente dei pascoli del Grappa e la strada costeggia in piano un laghetto, consentendo di gustare con calma l'aria frizzante ed il paesaggio. Poi si riprende a risalire la Val delle Mure, non decisamente, ma a strappi intervallati da brevi falsopiani fino alla bella apertura del Pian della Bala. Proseguendo la strada continua a salire, più dolcemente, attraversando con ardite gallerie di guerra la parte strapiombante del Bocaor. La strada esce nuovamente sui pascoli della malga Ardosa ed Ardosetta, ormai in vista del rifugio Bassano che si scorge in alto a destra. Ma bisogna ancora allontanarsene, verso sud, per andare a innestarsi, dopo 1,5 km, sulla strada Giardino che sale da Campo Croce. Da qui altri due km con strappi che variano dall'11 al 14% fino all'innesto con la Cadorna. Ormai stiamo affiancando a sinistra la zona del Sacrario, costruito nel 1935 su progetto dell'architetto Giovanni Greppi e dello scultore Giannino Castiglioni. Ma sta troppo in alto e non lo vediamo. Possiamo vedere invece il monumento ai partigiani, una statua in bronzo costruita nel 1974 da Augusto Murer. Anche il Rifugio del Monte Grappa è li davanti a noi, bello e imponente che sembra scrutare tutta la zona sottostante. Ma prima di arrivare al rifugio, sulla sinistra si fa notare la caserma Milano, costruita durante la guerra per alloggiarvi il personale addetto ai lavori stradali e di fortificazione del Grappa. Sembra nascondersi nella roccia, ma la sua presenza sembra valorizzare ancora di più questo luogo. Finalmente abbiamo conquistato questa stupenda vetta, e se il tempo ce lo concede, la vista è a dir poco sublime. Sembra quasi di essere in capo al mondo, e la pianura sembra perdersi all’orizzonte. E’ un emozione unica che lascia il segno.In collaborazione con MGC
Già il nome è una manifesto: ricordi d’imprese epiche, di fatiche e sudore.
Strada militare strategica durante la Grande Guerra. Tratti duri anche per i ciclisti, prima di località “Archeson”. Abbandoniamo via Molinetto (siamo a 270mt sul livello del mare) per seguire località Cei, contrada Vardanega per raggiungere la Strada degli Alpini. Il primo tratto è agevole, tra le ultime borgate della strada che portava in Grappa gli Alpini. Lasciato l’abitato, le pendenze sono sempre più impegnative ed i tratti duri sono alternati da altri più abbordabili. Probabilmente le pendenze più impegnative sono proprio in questo versante denominato da molti come la “via degli Alpini”. Continui sali scendi con pendenze nei primi nove chilometri che superano il 10%, fino ad arrivare alla punta massima del 27%. Anche se le pendenze sono molto dure, di certo non mancano alcuni facili tratti, dove si riesce a tirare il fiato e a recuperare qualche energia. Al nono chilometro ci si immette sulla strada che arriva dal Monte Tomba, e svoltando a sinistra di li a poco si raggiunge lo scollinamento del “salto della capra”. si scende rapidamente per circa 2,7 km, aggirando il Monte Meate, fin sul fondo della val delle Mure.Siamo immersi nel tipico ambiente dei pascoli del Grappa e la strada costeggia in piano un laghetto, consentendo di gustare con calma l'aria frizzante ed il paesaggio. Poi si riprende a risalire la Val delle Mure, non decisamente, ma a strappi intervallati da brevi falsopiani fino alla bella apertura del Pian della Bala. Proseguendo la strada continua a salire, più dolcemente, attraversando con ardite gallerie di guerra la parte strapiombante del Bocaor. La strada esce nuovamente sui pascoli della malga Ardosa ed Ardosetta, ormai in vista del rifugio Bassano che si scorge in alto a destra. Ma bisogna ancora allontanarsene, verso sud, per andare a innestarsi, dopo 1,5 km, sulla strada Giardino che sale da Campo Croce. Da qui altri due km con strappi che variano dall'11 al 14% fino all'innesto con la Cadorna.Ormai stiamo affiancando a sinistra la zona del Sacrario, costruito nel 1935 su progetto dell'architetto Giovanni Greppi e dello scultore Giannino Castiglioni. Ma sta troppo in alto e non lo vediamo. Possiamo vedere invece il monumento ai partigiani, una statua in bronzo costruita nel 1974 da Augusto Murer. Anche il Rifugio del Monte Grappa è li davanti a noi, bello e imponente che sembra scrutare tutta la zona sottostante. Ma prima di arrivare al rifugio, sulla sinistra si fa notare la caserma Milano, costruita durante la guerra per alloggiarvi il personale addetto ai lavori stradali e di fortificazione del Grappa. Sembra nascondersi nella roccia, ma la sua presenza sembra valorizzare ancora di più questo luogo. Finalmente abbiamo conquistato questa stupenda vetta, e se il tempo ce lo concede, la vista è a dir poco sublime. Sembra quasi di essere in capo al mondo, e la pianura sembra perdersi all’orizzonte. E’ un emozione unica che lascia il segno.In collaborazione con MGC